LA VITA TRISTE DEL PAGLIACCIO

Pubblicato il da christianpalladino

Conserva la maschera e le vesti

quando viene sera, il pagliaccio.

Accende una sigaretta sorseggiando del rum

guarda fuori dalla piccola finestra

e medita, medita.

 

Quando è solo senza il trucco

non deve più far ridere alla gente, il pagliaccio

e trema di malinconia

sogghignando dinnanzi ad uno specchio

rimirando la sua triste figura.

 

Passa il giorno a mostrarsi gioioso

eroe della fanciullezza

fuori ride l'aspetto

mentre irriso piange nel cuore.

 

pagliaccio2.jpg

Non ha madre, non ha padre

nemmeno una donna al suo fianco, il pagliaccio

abbandonato per il disprezzo del suo mestiere

lo volevano dottore o avvocato

e invece e lì nel circo con il sorriso stampato

 

Di notte, su un tavolino

disegna sotto la luce fioca di un lume

un'altra vita con i versi

di una rima inventata, il pagliaccio

 

E ciò che è, ciò che desidera

ciò che odia e detesta

a nulla serve, a nessuno importa

deve sol far ridere il pagliaccio

 

Non ha nome nè identità

il suo viso è sol colore

non deve essere romantico

non importa se forse ama

la sua vita deve passar così

a continuar in buffonate

le sue misere giornate

 

Non ha viso, nè identità

'E' morto il nostro pagliaccio...

cosa facciamo?'

Incazzato per la morte improvvisa

e senza avviso il direttore:

'Diavolo trovane un altro!'

 

Non ha viso, non ha identità, il pagliaccio

nessuna lacrima, nessun fiore

sulla scena sarà sempre lì

senza viso, senza identità, il pagliaccio.

 

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